Edizione speciale in contatto digitale

Edizione speciale in contatto digitale

di Barbara Bonomi Romagnoli

Non poteva che essere speciale, l’edizione 2021 di ApiDidattica, dopo quasi un anno di pandemia che ha trasformato le nostre vite, togliendoci il gusto della presenza ma dandoci l’opportunità di conoscere altre modalità per sentirci vicini. Da qui l’idea di un titolo spiazzante “Contatto” a ricordarci che può avvenire in tanti differenti modi, non solo quello fisico che è venuto meno in questi mesi. Contatto anche come relazione, messa in rete di desideri e propositi con la voglia di ritrovarsi online per una intera giornata superando le barriere fisiche, o impedimenti vari, che spesso negli anni passati hanno ostacolato la partecipazione a diverse persone.

Quest’anno è bastato un click e tante finestre si sono accese in ascolto di voci interessanti e hanno tessuto insieme il filo che da anni ApiDidattica propone: comunicare il mondo delle api a tutte le età, da 0 a 99 anni, e attraverso le api arrivare a ragionare di tutto quel che è a loro connesso. Dalla biodiversità alla sostenibilità, dal turismo emozionale all’apiterapia anche per persone con disabilità, dall’umanità che sfrutta l’ecosistema alle api che sono, come tanti altri essere viventi, prive di diritti in un mondo a misura terribilmente umana.

Non sono mancati fantasiosi intermezzi alcolici, in assenza di momenti conviviali in presenza, Gennaro Acampora dell’Honey Bar di Genova ci ha spiegato come preparare cocktail a base di mieli e altre delizie, il risultato è stato eccellente. Non è dunque facile, come sempre, riassumere in poche righe la ricchezza degli stimoli e degli interventi, molti materiali sono consultabili sul sito di ApiDidattica, qui ne raccontiamo alcuni. A partire dalle narrazioni che utilizziamo per parlare delle nostre insette e degli altri che vivono attorno a loro, Tito Viola – bibliotecario ed educatore ambientale per Legambiente per l’infanzia e l’adolescenza – ha ricordato Wittgenstein nel dire che “Per lungo tempo abbiamo pensato che le parole rappresentassero il mondo, oggi sappiamo che esse lo costruiscono”. Per questo i consigli di letture per chi cresce sono preziosi per spiegare le scienze e l’ambiente con parole semplici, evitare stereotipi non pacifici come “Ti schiaccio come un insetto” o alimentare paure infondate nelle bambine e nei bambini. Accanto ai libri, i laboratori di pittura come quello in cui ci ha accompagnato Elisabetta Mitrovic, illustratrice ed educatrice ambientale. E poi ancora la divulgazione su Instagram a cura dei Ibeeology, un modo per prendere di petto gli strumenti di comunicazione contemporanei, e le esperienze di insegnanti di asilo, anche nel bosco, scuole elementari e guide paesaggistiche alla scoperta di isole come Capraia e delle api che ci vivono.

Dal mare ai giardini, come quello creato da Filippo Marroccoli, agronomo e architetto del paesaggio, che ha raccontato la sua esperienza nella campagna pugliese con un giardino sperimentale con tecniche di aridocoltura su un suolo povero e asciutto, fino al Bosco della Biodiversità di Bologna, letteralmente ripiantato nell’ambito di un progetto di Phoresta onlus. Sempre in città, l’apiario didattico urbano realizzato a Bari nell’ambito del progetto DontBEEScared a cura dell’associazione Facelia e le uscite in campo promosse negli orti urbani di Potenza gestiti dal circolo Legambiente “Ken Saro Wiwa”, a parlarcene Daniela Casorelli agronoma paesaggista e apicoltrice urbana. Un’esperienza, quella di Potenza, che ha catapultato noi cosiddetti ‘normodotati’ nella prospettiva di chi sarebbe diverso, per un disagio psichico o una disabilità fisica, mettendoci di fronte ai nostri limiti nel cogliere l’importanza di lavorare realmente per l’inclusione di tutte e tutti, anche quando si tratta di api e mieli.

Magistrale da questo punto di vista il percorso di avvicinamento per far scoprire e comprendere le api alle persone non vedenti realizzato da Alessandro Giuliani per il suo amico che ha perso la vista a sei anni per un incidente, Tommaso Di Pilato da quel momento non si è mai fermato e nonostante la cecità è diventato uno sciatore nautico. Una ottima lezione per tutte e tutti, è necessario introdurre a livello nazionale l’etichetta con anche la dicitura in braille per non vedenti. Si può fare, facciamolo.